Ci sono cose che non si possono descrivere facilmente. Oppure cose che vengono descritte sommariamente. I fuochi d’artificio sono fra quelle cose che,descritte in fretta, possono sembrare banali,mentre invece è difficile descriverle se non si entra, corpo e anima, nella sacralità dei gesti di chi ci lavora, nell’idea che si vuol trasmettere, che và molto al di là del semplice botto con rumore e fumo e qualche effetto colorato.
Il fuoco attira l’uomo che vi si identifica (cit. Elia Canetti, da “Massa e potere”)
Uno spettacolo pirotecnico, il cosi detto “fuoco d’artificio” è un insieme di tecnologia ed arte,dove luci, suoni, colori e altri mille fattori si fondono per creare, in chi assiste, ciò che può essere racchiuso in una unica parola: emozione!
Nei fuochi d’artificio, nella visione di questi eventi magici, l’animo umano getta alle spalle ogni problematica della vita per abbandonarsi, estasiato, ad uno spettacolo sempre nuovo, che scalda il cuore.
D’altronde, dai tempi antichi , la pirotecnica, intesa come lo studio della fabbricazione dei fuochi d’artificio a fini di divertimento e spettacolo , è considerata un arte, che affonda le sue origini in epoca remota, addirittura nell’VIII secolo in Cina.
Il “fuochista” è come un pittore che ha innanzi a se la tela più grande del mondo, il cielo. In essa deve, attraverso l’uso sapiente di sostanze chimiche in grado di dar luogo a reazioni di esplosione, creare qualcosa che esprima il suo pensiero, la sua idea e sia recepita dalla chi osserva . Stupore, ammirazione, emozione sono la ricompensa per un lavoro duro, pericoloso ma gratificante moralmente.
A questo si arriva, grazie all’ esperienza maturata nel campo dei fuochi d’artificio, con decenni di appassionato lavoro, perché in questo mestiere non si può improvvisare ma è tutto frutto del connubio tra conoscenza e la capacità.
Chi lavora nel campo degli spettacoli pirotecnici non è un domatore del fuoco, ma un creatore d’emozioni.